Cattedrali di cemento e miliardi di euro in pancia ai soliti squali: ecco quel che resterà dell’Expo 2015. Nel generale entusiasmo per la “grande opportunità per Milano e l’Italia” sono cadute nel vuoto le voci dei “disfattisti” che chiedevano di fermare tutto per investire quei denari pubblici in opere socialmente utili. Il martellamento mediatico è andato a segno: il cosiddetto uomo della strada è convinto di poterne ottenere chissà quali vantaggi. Avrà più tempo per bestemmiare nel traffico. Ecco l’appello del comitato No Expo all’indomani della nuova legge urbanistica approvata ad hoc dalla Regione Lombardia.
La Legge Urbanistica approvata martedì dalla Regione Lombardia è il primo regalo che Berlusconi, tramite Formigoni, fa alla Moratti per aver mollato il controllo della SoGE, e un compenso gradito per i tanti palazzinari e investitori immobiliari (Ligresti, Tronchetti e banchieri vari) interessati ai soldi di Expo e presenti anche nella vicenda Alitalia-Cai.
Con la nuova legge, con una legge ad hoc e in nome di Expo, si darà la possibilità di costruire sulle aree libere dove i piani regolatori e particolareggiati non abbiamo già realizzato o avviato interventi di sistemazione. La possibilità vale anche per le aree verdi, a standard o destinate a servizi. Una norma antidemocratica, perché lascia alla Giunta il compito di decidere togliendo ogni ruolo al Consiglio Comunale, ossia ai rappresentanti eletti dai cittadini. Nessun piano, nessuna analisi, si ignorano anche i dati evidenti (crisi finanziaria e dei mercati immobiliari, 90.000 alloggi vuoti, sfitti, invenduti nel Comune di Milano). Solo profitto e speculazione, dando l’opportunità a speculatori e società immobiliari di un vero e proprio sacco della città, degno del capolavoro del neorealismo cinematografico di Rosi sulla speculazione immobiliare durante il boom economico degli anni ’60.
Cemento ovunque: scali ferroviari, ippodromi, aree interne al Parco Sud, verde di quartiere, spazi di respiro della città. Un grosso regalo per Ligresti e compagnia bella. Una sciagura per una città già inquinata e congestionata a livelli insopportabili. Un disastro ambientale per un territorio consumato e costruito oltre i limiti del buon senso. Ora le deliranti previsioni dell’Assessore Masseroli su una Milano dell’Expo con 2 milioni di abitanti (ma ancora non ha detto dove andrà a prendere i 700 e passa mila milanesi mancanti a questo obiettivo) potranno trovare spazio e ad andare a braccetto con chi, da qui al 2015, avrà come unico obiettivo far girare il totalizzatore dei propri depositi bancari (quasi sicuramente in qualche paradiso fiscale… per completare l’esproprio di beni comuni). Milano, grazie a o a conseguenza di, Expo si appresta a diventare un mostro, non lo spazio pubblico pensato e progettato per rispondere ai bisogni della comunità che la vive, ma territorio di conquista, macchina da profitto, vetrina usa e getta, dove l’interesse privato e gli affari contano più dei diritti e del bene comune. Fa niente se ogni persona di buon senso suggerirebbe altre ricette per rendere più sana e vivibile Milano. Arriva Expo, bisogna far girare la slot machine!
Noi l’avevamo detto, potrebbe essere l’amara constatazione. Expo renderà peggiore la vita di noi tutti per soddisfare gli scopi e i guadagni di pochi. Expo 2015 è questo: miliardi di euro di soldi pubblici che finiranno in tasca ai privati, territori e città consumati e devastati, beni comuni privatizzati, diritti ridotti. Non è la favola buona con cui la Moratti ha incantato i milanesi, i democratici, gli ambientalisti del fare e l’associazionismo «embedded ». E non ci sono alternative all’Expo che ci stanno confezionando se non il NoExpo, non farlo e salvare Milano per salvare noi stessi. Parafrasando il titolo scelto per la rassegna «Nutrire le immobiliari – energia per la speculazione». Svegliatevi!
dal blog di Piero Ricca.
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